11 agosto 2016

Luberon di Maria Candida Gentile (2012)

"Ci sono alcune cose di cui sono assolutamente certo: getta sempre del sale al di sopra della tua spalla sinistra, tieni del rosmarino ai bordi del cancello, pianta della lavanda come portafortuna, e innamorati il più possibile” A. Hoffman

La settimana scorsa ho avuto la fortuna di essere a Carovigno per Smell Festival Estate e di passare un po' di tempo con Maria Candida Gentile, ascoltarla parlare del suo immaginario creativo. Per lei il viaggio è una dimensione intensa dove la mente si imprime di odori come un diario di bordo: "Sono arrivata in macchina in Puglia carica dell'odore del fieno, della macchia. E' già come immaginare un profumo".
Poi ho avuto il piacere di risentire alcune sue creazioni fra cui Luberon, una bella lavanda frutto di un viaggio nel sud della Francia. La lavanda spesso non è il mio genere, salvo alcune eccezioni notevoli. Ciò che sento qui è molto affascinante e mi ha riportato subito alla mente Amori e Incantesimi, la famosa novella di Alice Hoffman, e poi la recensione che scrissi quattro anni fa per The Perfume Magazine. Ora poi è tempo di raccolta della lavanda, quindi ho pensato di riproporre qui un estratto.

Luberon è stato lanciato nel 2012 nella Exclusive Line di extrait de parfum assieme a Lady Day, una gardenia lussureggiante ispirata a Billie Holliday, Burlesque, a un iris giocoso e sexy come un ventaglio di piume e Gentile basato su un accordo di agrumi, osmantus e vetiver. Sorprendentemente cioò che mi ha colpito è la lavanda di Luberon, rotonda e rilassante come non si sentiva dai tempi di Caron Pour un Homme. Nulla a che vedere coi sacchetti di spigo o i dopobarba, perché qui è presentata in modo contemporaneo e stimolante.

Maria Candida Gentile at Smell Festival Estate
Luberon prende il nome da una piccola regione vicino a Grasse nel sud della Francia rinomata per i suoi campi di lavanda. Mentre io non ci sono mai stato, Maria Candida ha studiato profumeria a Grasse e ci torna di tanto in tanto sia per trovare materie prime che per piacere. Il panorama olfattivo che ci regala è un angolo di Provenza dai colori vividi. Ci sono i prati violetti che, bagnati dal sole di giugno, esalano una dolce nuvola di fiori e fieno. Ci sono boschi lontano e la brezza dalle colline, fresca e umida, porta la garriga verdeggiante, un misto di piante aromatiche, rosmarino e soprattutto menta piperita. Questo aroma mi parla, mi ricorda quand'ero bambino e mia nonna mi mandava nell'orto a raccogliere gli odori per la cucina. Il profumo delle foglie e dei gambi stropicciati fra le dita era incredibile e naturalmente, c'era sempre un premio goloso in cambio dell'aiuto.

L'impero della luce - René Magritte (1953)
Ma c'è di più in questo paesaggio: una tenerezza floreale appare avvolgendo tutto di un miele caldo e creando una trama fitta trapuntata di muschio di quercia. La lucentezza della rosa mentolata esplorata qui rimanda a quella recente di Rrose Sélavy, l'ultima creazione di Maria Candida. Le sue composizioni tuttavia non sono mai delle tele di un vedutista, ma dipinti surreali come quelli di Magritte, dove anche la vista placida di un piccolo giardino sussurra un'emozione. “Solo ciò che viene dal cuore può toccare il cuore" ci rammenta la Gentile Signora della profumeria. Infatti la bellezza di questo liquido è toccante. E' palpabile il calore del sole sul viso mentre la rosa di maggio e il gelsomino fruttato solleticano piano il naso. Basta un pizzico d'immaginazione ed ecco ronzare alacremente le api fra le file violette, mentre raccolgono il polline per il loro oro fragrante.

Luberon resta sulla pelle come un guanto, persistendo per ore con la sua morbidezza talcata. Respirandolo è facile capire il potere del suo incantesimo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Formidabile storia descritta.
Racconto più che convincente del mio ultimo acquisto.
Grazie sempre per la condivisione del vostro tempo e sensibilità!

Sandra Barros.
Saluti brasiliani!

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